Dopo il divieto dell’amministrazione Trump a Google di vendere licenze a Huawei (e al suo “consanguineo” Honor), il nuovo P40 Pro resterà privo del Google Mobile Service con tutti i servizi annessi, come Gmail e Drive. Cosa cambierà per gli utilizzatori di smartphone Huawei? E come l’azienda di Shenzen eviterà per il suo top di gamma la perdita di un pubblico abituato al Big G?
Sarà un cambiamento epocale l’assenza dei servizi Google sul nuovo P40 Pro di Huawei e su tutti i device appartenenti alla famiglia Honor. La guerra spietata di Donald Trump alla Cina si è, infatti, ormai da tempo concentrata sul fronte della tecnologia, con delle iniziative “politiche” che vanno a colpire al cuore l’aspetto economico del colosso cinese.
Già un anno fa, infatti. l’amministrazione Trump ha proclamato un bando contro Huawei e al suo brand Honor, vietando alle aziende made in U.S.A. di utilizzare sui loro smartphone e device tecnologie appartenenti al colosso cinese. O, per usare l’espressione della Casa Bianca, il divieto di “utilizzare apparecchiature di telecomunicazione di avversari stranieri ritenuti un rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale“.
L’assenza dei servizi Google Mobile Service dal P40 di Huawei rientra, dunque, in una strategia già annunciata da tempo dagli Stati Uniti. Il motivo manifesto, ma non unico, sarebbe la denuncia di Washington alla Cina “di spiare i governi occidentali avvalendosi di tecnologie di ultimissima generazione, primo fra tutte il 5G“.
Al colosso cinese rimane la briciola della versione open source di Android, spogliata dei più noti, e anche i più usati, servizi Google, come Play Store, Gmail, Maps, Google Pay e Drive. Che, tradotto in poche parole, il blocco delle funzionalità più note e utilizzate quotidianamente su tutto il pianeta.
Huawei P40 senza Google: tutte le conseguenze per gli utilizzatori degli smartphone cinesi
Per quanto riguarda le conseguenze dirette sui consumatori, abbiamo visto che il nuovo top di gamma di Huawei potrà continuare ad utilizzare la versione libera di Android, ovvero Android Open Source Project. Quello che, intanto, si sta chiedendo il pubblico di Huawei è se il bando imposto dal Presidente degli Stati Uniti alla multinazionale di Shenzhen cambierà effettivamente qualcosa su tutti gli smartphone, compresi i modelli più datati.
Per ora, sappiamo che la privazione di Google riguarderà solo il nuovo top di gamma P40 Pro. Ma come ha reagito il colosso di telecomunicazioni a quel’ennesimo “affronto” di Trump? Il rischio, infatti, è che una buona fetta di mercato potrà desistere dall’acquistare il nuovo device, carente di tutte le funzionalità del Big G più note e utilizzate su scala mondiale.
La risposta di Huawei al bando di Trump: Huawei mobile service
I problemi maggiori riguarderanno gli aggiornamenti sugli smartphone, sicuramente più lenti e meno prestanti. Ma si prevedono anche numerosi ostacoli a causa della mancata fornitura di nuovi chip Intel, Qualcomm e Broadcomm. Dopo aver subito anche questo contraccolpo, arriva la reazione di Huawei che, intanto, ha rassicurato i suoi clienti il proseguimento regolare della “fornitura di aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti“.
Quello che ancora è ignoto ai più è che Huawei ha già a disposizione servizi alternativi a quelli di Google. Inoltre il guru delle telecomunicazioni cinese ha investito in piena pandemia ben tre miliardi di dollari per sviluppare il suo Huawei mobile service, con un TrovApp in grado di identificare tutte le soluzioni alternative al Google Play.
Attraverso l’applicazione Phone Clone di Huawei si ha la preziosa possibilità di copiare fedelmente i contenuti del vecchio smartphone sul nuovo P40 Pro. Anche i cambiamenti a livello grafico del top di gamma cinese non sono così evidenti, come è consentita la possibilità di utilizzare Gmail, Whatsapp e altri social network.
Le problematiche più importanti derivate dall’assenza di Google dal P40 Pro riguarderebbero, invece, le app. bancarie e i servizi cloud, sui quali non è stata trovata ancora una soluzione più efficace. Per il resto, tutto sembra, almeno al momento, sotto controllo e l’assenza del Big G non sembra pesare più di tanto sul nuovo modello Huawei. Resta spinoso la tendenza del pubblico a preferire il già noto Google a servizi alternativi.
Così descrive lo staff di TrovApp sul sito dell’Agenzia Giornalistica Italia il funzionamento di Huawei mobile service e del TrovApp:
“TrovApp nasce con l’obiettivo di rappresentare uno strumento utile a tutti coloro che scelgono un device Huawei HMS e che, sulla nostra app, possono trovare soluzioni provenienti da diversi store. Primo tra tutti AppGallery, ma anche Amazon Appstore, gli apk ufficiali disponibili sui siti (vedi Facebook/Whatsapp) e store alternativi come ApkPure. Su quest’ultimo in particolare, è possibile trovare circa il 90% delle applicazioni per Android.
Per quanto riguarda gli aggiornamenti e la sicurezza:
“ApkPure gestisce autonomamente gli aggiornamenti delle app e non richiede registrazione. Si tratta infatti di una repository di app gestita da terzi. Le applicazioni, come specificato sul sito di ApkPure, sono esattamente le stesse del Play Store senza nessuna modifica. Una volta selezionata la app da scaricare da ApkPure, il sistema antivirus presente sullo smartphone, si occuperà di verificare eventuali virus o malware”