La procura di Roma chiede il rinvio a giudizio di sette persone imputate a vario titolo nella maxi indagine sulla Consip S.p.A. la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze con il ruolo di centrale di acquisti della pubblica amministrazione italiana.
Nel mirino del Gip sono presenti nomi importanti della scena pubblica nazionale, come il deputato Pd ed ex ministro Luca Lotti, l’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia, l’imprenditore Carlo Russo, l’ex presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni, l’ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto e l’ex colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa. Chiesta l’archiviazione per Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo.
Nel dettaglio, secondo la procura, l’ex ministro dello Sport ed ex sottosegretario del governo Renzi, Luca Lotti, è accusato di favoreggiamento per aver “spifferato” a Luigi Maroni, amministratore della società di appalti pubblici sotto inchiesta la presenza di una indagine in corso.
Stessa imputazione per Vannoni e Saltalamacchia, comandante regionale dei carabinieri in Toscana all’epoca dei fatti, mentre Del Sette è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio, per alcune rivelazioni fatte all’ex presidente di Consip, Luigi Ferrara, su un’indagine che riguardava l’imprenditore Alfredo Romeo.
Tutto nasce dopo la scottante testimonianza ai i magistrati di Luigi Marroni, ex ad di Consip che ha rilevato di aver tolto le cimici dagli uffici della Consip “perché ho appreso in quattro differenti occasioni da Vannoni, dal generale Saltalamacchia, dal presidente di Consip Ferrara e da Lotti di essere intercettato“.
Secondo il teste, “a luglio 2016 durante un incontro Luca Lotti mi informò che si trattava di un`indagine che era nata sul mio predecessore Domenico Casalino e che riguardava anche l`imprenditore campano Romeo. Delle intercettazioni ambientali nel mio ufficio l’ho saputo non ricordo se da Lotti o da un suo stretto collaboratore“.
Violazione di segreto e falso in atto pubblico sono i capi di accusa per l’ ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto, attualmente assessore alla Sicurezza di Castellammare di Stabia. Insieme al colonnello Sessa, Scafarto è accusato anche di depistaggio: avrebbe manipolato l’indagine per incastrare Tiziano Renzi.
L’imprenditore Carlo Russo avrebbe invece usato il cognome di Renzi, durante una conversazione al telefono con l’imprenditore Alfredo Romeo, mentre parlava di appalti e mazzette, facendosi promettere da lui 100mila euro annui come prezzo per la sua mediazione.
Scrive su Facebook Luca Lotti: “Due anni fa mi sono stati contestati il reato di rivelazione del segreto d’ufficio e il reato di favoreggiamento che avrei commesso in favore dell’ex ad di Consip Luigi Marroni. Oggi prendo atto con soddisfazione che la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione per uno dei due reati, ossia la rivelazione del segreto d’ufficio. Confido che il successivo corso del procedimento, già a partire dall’udienza preliminare, consentirà di accertare l’infondatezza anche della residuale ipotesi di reato. A chi è garantista a giorni alterni, a chi strumentalizza la giustizia a soli fini politici, a chi preferisce fare processi sui giornali e non nelle Aule dei Tribunali, a chi spara sentenze ancora prima che un normale processo abbia inizio, mi limito a dire solo questo: non perdiamoci di vista perché, lo ripeto sempre, il tempo è galantuomo“.